ROI: cosa si nasconde dietro questa sigla

Per misurare il successo di un investimento, per esempio in ambito pubblicitario, è necessario calcolare non solo quanto si spende, ma anche quanto si può ottenere. Il ROI – sigla che sta per Return of Investment – indica, appunto, il ritorno dell’investimento, ed è uno degli indici di redditività più importanti a cui ci si possa affidare. Esso corrisponde al profitto che proviene dal capitale che è stato investito. In economia aziendale, in particolare, quando si parla di ROI si fa riferimento all’indice che serve a esprimere la redditività del capitale che un’azienda ha investito.

A che cosa serve il ROI

In termini più semplici, il ROI permette di capire qual è la rendita del capitale investito: rappresenta un indice di bilancio che dà la possibilità di verificare l’efficienza economica della gestione caratteristica e la redditività. Il ritorno dell’investimento serve a comprendere se e quanto l’impiego di capitale è stato efficace nel lasso di tempo che viene preso in considerazione.

Il ROI e il web marketing

Nell’ambito del web marketing, il ROI corrisponde al rendimento delle molteplici attività online che sono state progettate e messe in pratica con l’intento di promuovere un dato servizio o un certo prodotto. Per un calcolo corretto e completo è indispensabile avere a disposizione Google Analytics, il solo strumento che garantisce un monitoraggio affidabile e costante. Chiaramente, il calcolo del ROI varia a seconda del tipo di sito con cui si ha a che fare e in base agli obiettivi che ci si propone di raggiungere. Nel caso di un sito di commercio elettronico, per esempio, il ROI corrisponde alla differenza tra le entrate e i costi complessivi divisa per i costi complessivi. Nel novero dei costi è necessario considerare non solo quelli sostenuti per l’acquisto della merce, ma anche le spese per i dipendenti, per la struttura, e così via.

Come si calcola il ROI se non si ha un e-commerce

Per i siti che non sono negozi online, calcolare il ROI è una procedura più articolata ed elaborata, che richiede di attribuire un valore monetario ai contatti. In una situazione di questo tipo, infatti, non ci sono dati analitici particolari che riguardino le vendite, mentre il fattore su cui ci si deve basare è l’acquisizione di contatti, sotto forma di richieste di informazioni, messaggi di posta elettronica ricevuti, telefonate, e così via. Tali contatti nel settore del web marketing prendono il nome di leads. Essi dovrebbero essere registrati in un gestionale CRM: così, prendendo in esame i dati del gestionale per un certo lasso di tempo, si ha la possibilità di conoscere il valore medio dei singoli contatti.

Un esempio concreto

Ipotizzando, per esempio, di aver venduto in un periodo di 3 mesi servizi per 2mila euro e di aver raccolto 50 leads, vorrebbe dire che il valore di ciascun lead è pari a 40 euro. Per il ROI, l’acquisizione delle leads può essere equiparata a un prodotto vero e proprio, in base al quale è possibile calcolare i ricavi, i costi, i margini, e così via.

L'Autore

Antonella Colombo

Creativa, visionaria e incosciente! Mi occupo di comunicazione soprattutto visiva ma anche di strategia e project management. La mia formazione in pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera mi ha lasciato competenze artistiche, l'amore per l'arte e le prime nozioni digitali. Mi ispiro da sempre a Sofonisba Anguissola, pittrice del Cinquecento.

L’edizione originale dell’Arte del colore

Nessun prodotto trovato.

strategia_digitale-Sofonisba

fundraising-sofonisba

 

Vuoi ottenere più risultati?

“Se non sei tu la risposta a una esigenza, lo sarà il tuo concorrente”