Restituire alla maternità un prestigio sociale che oggi non ha più o fertility day?

Fertility Day. Dove porta una comunicazione politica sbagliata?

Restituire alla maternità un prestigio sociale che oggi non ha più. Fare in modo che la scelta di avere dei figli possa essere fatta prima che sia troppo tardi.

Questi sono due, tra i diversi obiettivi, individuati dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per creare una nuova sensibilità culturale rispetto ad un tema delicato come la maternità e le problematiche che ne sono connesse tra cui la fertilità.

Come si arriva al Fertility Day????!!!

Nel 2016 i dati rilevano un andamento demografico in Italia che segna una natalità pari allo zero. Il significato è chiaro. Un Paese che non ha bambini è un Paese morto.

E davanti a questi dati la politica deve assumersi delle responsabilità. Anche le scelte che ci hanno portato fino a questo livello sarebbero da indagare ma il passato è passato e non si deve far altro che prendere in mano la situazione attuale e scegliere. Sì, perché la politica deve ancora essere in grado di fare delle scelte.

Ho trovato un intervento live del Ministro Lorenzin fatto a fine giugno che riporto di seguito.

 

L’intervento del Ministro Beatrice Lorenzin parte dal minuto 17 circa ma è molto interessante ascoltare le parole, complementari, del Ministro Enrico Costa Ministro degli Affari Regionali e Autonomie.

Certo che le intenzioni spiegate sono molto diverse dalla campagna che poi ne emersa. 

Questo è il risultato visivo che è stato tanto contestato sui social media.

Tutte le “cartoline” del fertility day
Tutte le “cartoline” del fertility day

 

Mmmhh dalle parole ai fatti! Questa avrebbe dovuto essere una campagna culturale con il compito di affrontare un tema delicatissimo, pieno di tante sfaccettature e soprattutto avrebbe dovuto porsi il fine di accendere i riflettori su altre alternative rispetto a quelle attuali nel campo della maternità e della salute … mah… forse c’è qualcosa che non quadra! A partire dal titolo: “Il fertility day”…….??!!!!

Chi ha sbagliato?

Il committente o chi ha realizzato? Certo un concorso di colpa!!! Che oltre ad essere una risposta diplomatica (e non lo è) è una conclusione reale.

Perché chi fa questo mestiere da tanto tempo sa perfettamente quanto il committente sia determinato nel sottoporre le SUE SOLUZIONI che, noi addetti ai lavori, sappiamo già, spesso, essere sbagliate o non del tutto giuste. Ma qui interviene, o dovrebbe farlo, la competenza, l’esperienza oltre alla sensibilità e la determinazione del professionista per far cambiare una strada sbagliata.

Oltre alle immagini che erano già vecchie 10 anni fa, questa campagna sbaglia soprattutto la PAROLA CHIAVE cardine: fertilità. Si è scelto un unico concetto molto delicato su cui porre l’attenzione accompagnandolo da parole dure. Da qui è una discesa rovinosa verso l’oblio.

Chi l’ha scelta?

Giustamente, come dice il Ministro Lorenzin nelle dichiarazioni delle ultime ore, il suo è il Ministero della Salute: le tematiche e il raggio di azione politica sono limitati alle sue competenze. Forse agire di concerto con il Ministero del Welfare sarebbe stata la soluzione più efficace. Sappiamo che spesso, per mille ragioni, non è possibile. Dunque che fare? Niente come al solito. No.

Intervenire come un elefante in un negozio di cristalli non è nemmeno la soluzione ideale. Ora se ne parla: male!  Non è un bel risultato lo stesso.

Sapere veicolare bene il messaggio attraverso le immagini, il lettering, l’impaginazione e la scelta degli slogan e delle parole chiave è quello che tutti noi dovremmo sapere fare ma deve saperlo fare soprattutto la politica.

Conclusione: un giorno su internet, nei social network soprattutto, conta di più di mille comunicati stampa, interviste o discorsi ad una platea o documenti e relazioni scritte.

SAPEVATELO!!!!!

L'Autore

Antonella Colombo

Creativa, visionaria e incosciente! Mi occupo di comunicazione soprattutto visiva ma anche di strategia e project management. La mia formazione in pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera mi ha lasciato competenze artistiche, l'amore per l'arte e le prime nozioni digitali. Mi ispiro da sempre a Sofonisba Anguissola, pittrice del Cinquecento.

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